venerdì 27 novembre 2009

Ipotesi di credibilità

Mi spieghi cosa ci fai in una camera d’albergo con un cadavere?
Ero venuta qui a portare dei documenti. Me lo aveva chiesto lui ieri.
Ma lui è chi penso che sia?
Sì.
Allora dobbiamo filare.
Non possiamo. Aveva segnato il nostro appuntamento sulla sua agenda. Facciamogli sparire l’agenda!
Non so dov’è.
Allora chiamiamo la polizia. Non abbiamo fatto nulla di male, vero?
Be’, non proprio. Cioè non lo so.
Che significa?
Quando sono entrata, lui era diverso, molto più affabile e lusinghiero.
Mi stai dicendo che c’ha provato con te?
In un certo senso.
E tu ci sei stata?
Ma che scherzi! Solo che davanti alle sue avance, credo di aver reagito male.
Che intendi dire?
Devo averlo spinto un po’ troppo forte.
Lo hai colpito alla testa?
No. Si deve essere sentito male ed è franato in terra, morto. Il livido deve esserselo procurato cadendo. Dobbiamo dire la verità!
Non ti crederà nessuno! Hai idea di chi stiamo parlando? Un personaggio integerrimo, diranno, e tu verrai additata come un’arrivista, disposta a fare qualsiasi cosa pur di fare carriera. M’è venuta un’idea! Aiutami a spogliarlo.
Cosa?
Levagli i pantaloni ed infilagli i tuoi collant!
Cosa hai intenzione di fare?
Simuleremo un’incontro piccante, perverso se saremo bravi. E quando giungeranno le autorità, dichiarerai di aver visto scappare una donna, prosperosa e dai lineamenti marcati, sudamericani. Un transessuale, insomma. Così saremo più credibili.
Scherzi?
Pensaci, lui è un uomo importante, insospettabile, praticamente uno scenario perfetto per uno scandalo. I media ci inzupperanno per giorni. La magistratura farà il suo show ed il caso susciterà un tale scalpore che la gente non potrà non crederci.
Gli levo anche la camicia?
Sì!
Sei sicura che non sia successo nulla tra di voi?
Perché?
Guarda.
Hmm, davvero dotato.
È il rigor mortis!
È invidia.
Ma invidia di che! Piuttosto, controlla se ha del viagra addosso.
Niente da fare… era tutto farina del suo pacco!
Ah, ah! Divertente. Abbonda con quel rossetto, deve sembrare un pervertito.
Sì, ma non vorrei esagerare.
Ed invece devi! Non ci devono essere equivoci sulle sue tendenze. Quanto calza?
Chi?
Lui!
Perché?
Voglio mettigli le tue scarpe.
Ma sei fuori! Ed io come faccio poi?
Ti presto le mie.
Sono troppo piccole!
Da’ a me… Perfetto! Una pervertito che ha voluto strafare, ecco cosa sembra ora. Certo, manca della droga, ma a quella ci penseranno i giornali.
E adesso che fai?
Giro un video con il cellulare. Lo mettiamo on line e ci facciamo due soldi.
Andiamo, incomincio ad avere paura.
Aspetta! Scatto anche una foto.

Novembre 2009
Racconto finalista Tiro Rapido
Contest di letteratura gialla
Corriere della Sera - Milano

Nessun commento:

Posta un commento