lunedì 9 marzo 2009

Introduzione all'uso

La necessità di comunicare ha spalancato più bocche dello stupore, ne ha aperte perfino di più di una succulenta coscia di pollo in tempi di magra. Io ho fame, sono un essere affamato e tremendamente stupito: allora apro un blog!

Apro un blog e chiudo la bocca, 'sta sera scrivo e non esco. Devo comunicare. Devo dire la mia e devo fare in modo che gli altri la leggano e che magari la commentino.
Devo alimentare discussioni, devo essere sempre attuale, simpatico e conciso. L'attualità è importante. Va veloce il tempo, più veloce del tempo di mia madre, immensamente più veloce di quello di mio nonno. Mio nonno non teneva mai la bocca chiusa e i suoi indumenti sapevano di colonia e le dita di tabacco.

Posterò commenti ironici e sagaci, farò ricorso al "copia ed incolla". Niente digressioni, dissertazioni, teorie astruse. Solo fatti, brevi e concisi. Per la mia opinione mi servirò di poche parole. Di poche parole e di Wikipedia. Dirò sempre la verità, si fa presto ad essere scoperti nella rete. C'è gente che non fa altro che girare per blog e portali alla ricerca di errori ed imprecisioni. Se qualcuno mi sgama a dire stronzate, sono fottuto per sempre. Dovrò ingaggiare una di quelle agenzie che si occupano di ripulirti la reputazione sul web.

Dirò la verità. La verità è importante, la verità è tutto. Un fatto ha tante verità quanti sono coloro che lo osservano accadere. Un fatto possiede un numero di verità relative tante quanti sono coloro che hanno sentito parlare di quel fatto. Un fatto è verosimile quando se ne è sentito parlare per un po'. Un fatto è vero con riserva finché qualcuno non lo smentisce ufficialmente. Un fatto continua ad essere vero se chi lo smentisce è un personaggio pubblico. Un fatto è falso quando non è accaduto. Un fatto è falso quando non hai voglia di indagarci su. Un fatto è falso quando a dirtelo è un uomo di cui non ti fidi. Un fatto non è mai accaduto se non ne sei venuto a conoscenza. Un fatto è un fatto quando è pieno di roba.

Penso alla birra e al rumore che fanno due bottiglie quando si toccano per brindare. Penso alle feste ed ai momenti conviviali. Penso all'importanza di avere una macchina fotografica digitale ed un profilo facebook. Penso all'invidia e ai fatti degli altri, tutti veri ovviamente, verissimi e documentatissimi e commentatissimi. Penso al posto che occuperò su google. Penso al tempo che ho impiegato per ottenere il "mio spazio" e alla facilità con cui adesso riesco a farmi degli amici.

Penso che adesso potrei davvero raggiungere tutti, scovare chicchessia. Penso a Sherlock Holmes in mutande sul divano. Penso a completare il mio profilo. Penso a linkare il mio blog alla gente giusta, mandare mail per complimentarmi e messaggi per scusarmi. Penso ai miei hobbies, film, libri e canzoni preferite nella speranza che un software mi avvicini a persone con i miei stessi gusti. Penso al fascino del contraddittorio e al piacere di fare due chiacchiere con uno sconosciuto senza cadere nel phishing.

Penso che se sarò felice, cambierò il titolo del mio account msn. Penso che skype è meglio. Credo di sapere dove andare se mi sentirò infoiato. Penso a leggere un giornale con lo scroll. Penso che una copia Gazzetta sarà sempre presente sui banchi dei gelati dei bar. Penso all'odore di fritto e alle tovaglie di carta mentre una foto di Totò mi guarda dall'alto. Penso alle tacche del telefono in quella topaia. Penso alla durata di una conversazione e alla capacità della batteria di supportarmi.

Penso alla portabilità e alle zone coperte dal segnale wifi, è lì che andrò in vacanza. Penso che spulcerò nella vita delle mie ex. Penso che farò un po' di spam per farmi leggere. Penso al potere della rete e alzo mano: clicco Salva e pubblico il post!