lunedì 22 novembre 2010

Sunday's movie


Harry Potter e i doni della morte_Parte prima: tutti sappiamo che il giovane mago sconfiggerà il male uccidendo il perfido Voldemort, tuttavia continuiamo a vederlo, a leggerlo a sognarlo. Una pellicola che emoziona, ma in modo diverso. Immagini sature e a tratti livide per scene più crude e mature. Ma è anche il primo episodio della saga in cui è il male a dettare legge. Ha conquistato il Ministero: terrore e inquisizione. Dal fronte narrativo forse troppe novità si intrecciano, ma legate con una certa destrezza in un tessuto piuttosto scorrevole. Molti, infatti, i personaggi che compaiono per la prima volta, ma pare di conoscerli già per quanto abili sono stati nella trasposizione cinematografica. L'unica pecca, se proprio vogliamo scovare il pelo nell'uovo, è che il film non è proprio il massimo in termini di originalità. C'è tanto del "Il Signore degli anelli", e tantissimo della cinematografia bellica della Seconda Guerra Mondiale (la radio che trasmette il bolettino degli arresti è molto simile a Radio Londra, l'unica radio libera durante il conflitto), in special modo, l'oppressione dei "mezzosangue" ha molto in comune con la persecuzione degli ebrei perpretrata dai nazisti. Emblematica la scena in cui una strega incide nella carne viva della giovane Ermione il termine "mezzosangue" con una lama, proprio sull'avambraccio, dove i nazisti erano soliti tatuare il numero di serie dei detenuti dei campi di concentramento. La storia si fa più matura, come si presume, anche i suoi spettatori.

giovedì 18 novembre 2010

Coincidenze percicolose

Oggi il tg del mattino s'apriva con la trionfante notiza dell'arresto del boss Antonio Iovine del clan dei Casalesi, una tra le più spietate e potenti famiglie di camorra. E' subito show: polizzioti che applaudono allarrivo dei colleghi della catturandi con il boss sottobraccio, telecamere e flash, interviste e conferenza stampa del ministro Maroni che loda l'operato delle forze dell'ordine ed invita a "deporre le armi" in merito al polverone sollevatosi lunedì scorso per le dichiarazioni rilasciate da Saviano, scrittore anticamorra, durante la sua trasmissione "Vieni via con me". Il conduttore/scrittore aveva, infatti, affermato che al nord la mafia ha stretto da tempo rapporti con la politica, quella che comanda lì, ovvero la Lega. Affermazioni pericolose, imprudenti e tutte da verificare, a tratti anche infamanti. D'accordo. Ma riflettiamo un attimo su quello che è successo questa mattina: l'arresto del boss della camorra. Una bella notizia, certo, un successo dello Stato sull'antistato... ma che coincidenza. Sembra un'operazione montata ad hoc, come se già si sapesse dove si nascondeva il boss e si stesse solo aspettando il momento giusto per arrestarlo: un'elezione, detrattori televisivi o un'orgia di qualche politico da mettere a tacere. A questo punto credo proprio che Saviano potrebbe tranquillamente rinunciare alla scorta, non è nei piani farlo fuori, non nel senso "orizzontale" del termine. Diverrebbe un martire e i martiri, si sa, piacciono agli italiani più dei potenti.