martedì 26 ottobre 2010

Mio caro diastema


Il Corriere della Sera ieri ha pubblicato una notiza intitolata "Voglio un sorriso imperfetto", «Dalla "fessura" di Georgia Jagger al broncio di Jess Hart. E se non è naturale, si ricorre comunque alla chirurgia per «farsi allargare il gap dentale».
Quando si parla di "fessura" si vuole indicare quel piccolo spazio tra gli incisivi superiori, bruttura ortodonzica per molti, un vuoto da colmare anche a caro prezzo e con non poche sofferenze. Un'alterazione dell'estetica del sorriso, espressione dell'anima. Ma le cose ora sono cambiate definitivamente. Pare, infatti, che avere un sorriso imperfetto sia di l'ultima moda in voga tra star e jet set.
La nuova tendenza arriva dagli States, dove, stando a quanto riportato dal New York Times la scorsa settimana, si sta registrando un autentico boom di richieste, perché se madre natura non ha provveduto di suo, c’è chi ricorre persino al dentista pur di «farsi allargare il gap dentale», i costi variano dai 700 ai 2500 per intervento. Anche il mondo del fashion sembra apprezzare la tendenza; numerose sono le campagne di grandi marchi (da Prada a Chloe, finendo con Marc Jacobs e Narciso Rodriguezin) cui fanno bella mostra ragazze con sorrisi imperfetti.
E' bene sapere che la "fessura" si chiama diastema ed è una cosa abbastanza diffusa anche se non propio comune. Lo so perché è dalla nascita che quella fessura mi perseguita. Tuttavia sembra arrivato il momento della riscossa. Al grido "evviva la genuinità, evviva l'imperfezione", il mio sorriso diventa trendy, ricercato, persino emulato. La moda cambia, e con lei cambia anche l'opinione della società: il difetto si trasforma in particolarità. E pensare che quando ero bambino non sorridevo mai in foto, e tutti pensavano che fossi triste o troppo serio. Bene, adesso lo posso dire: aspettavo solo che le mode mi raggiungessero. Ora, finalmnete, lascio "spazio" al mio sorriso.


from: Corriere della Sera

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